Appunti e Note

Di seguito sono elencate alcune linee di osservazione per aiutare ad analizzare il comportamento di un gruppo

Partecipazione
Una indicazione di appartenenza è la partecipazione verbale. E’ utile osservare le differenze nella somma degli interventi fra i componenti.

Chi sono quelli che intervengono di più?
Chi sono quelli che intervengono di meno?
Ci sono cambiamenti nella partecipazione? Per esempio, gli interventi dei più partecipativi si affievoliscono, i più silenziosi diventano più chiacchieroni.


Si può spiegare ciò con le interazioni del gruppo?
Come sono trattate le persone silenziose? Come è interpretato il loro silenzio? Come consenso, dissenso, disinteresse o paura?
Chi parla a chi? Si può spiegare ciò con le interazioni del gruppo?
Chi "tiene banco"? Perché? Come si può spiegare questo fenomeno?


Influenza
Influenza e partecipazione non sono la stessa cosa. Qualcuno può parlare poco e nonostante ciò captare l’attenzione di tutto il gruppo. Altri possono parlare molto, ma non venire ascoltati dagli altri.

Quali partecipanti hanno più influenza?
Quali partecipanti hanno meno influenza? C’è qualche variazione di influenza?
Si vedono delle rivalità nel gruppo? C’è una lotta per il potere? Che effetti provoca negli altri partecipanti?


Stili di influenza
L’influenza può assumere diversi aspetti. Può essere positiva o negativa, di supporto e di aiuto agli altri o può bloccarli.

Autocritica: qualcuno tenta di imporre la sua volontà o i suoi valori sugli altri o tenta di spingerli a sostenere le sue decisioni? Chi valuta o giudica gli altri membri? Qualcuno ferma i lavori quando non si stanno svolgendo come desidera? Chi "spinge" per organizzare il gruppo?

Conciliatore: chi sostiene vigorosamente le decisioni degli altri? C’è qualcuno che concretamente cerca di evitare il conflitto o le sensazioni spiacevoli buttando olio sulle acque agitate? C’è un membro particolarmente deferente verso gli altri, che dà loro il potere? C’è un membro che tenta di evitare di dare feedback negativi e che spera che gli altri gli diano soltanto feedback positivi?

Laissez faire: ci sono degli individui del gruppo che si notano per la loro apparente mancanza di interesse verso il gruppo stesso? Chi sembra girare intorno alle decisioni prese dal gruppo senza mai schierarsi da una parte o dall’altra? Chi sembra essere separato o emarginato? Chi non inizia un’attività, partecipa meccanicamente e solo in risposta alle decisioni degli altri?

Democratico: c’è qualcuno che tenta di coinvolgere tutti in una decisione o discussione di gruppo? Chi esprime i propri sentimenti apertamente e direttamente senza valutare o giudicare gli altri? Chi appare aperto alle critiche e al feedback degli altri? Quando emozioni e tensioni sono molto alte, quale partecipante tenta di risolvere i conflitti?


Procedura decisionale
Molti tipi di decisioni sono prese in gruppo senza considerare gli effetti di tali decisioni sugli altri membri. Qualcuno prova ad imporre le proprie decisioni, mentre altri vogliono che tutti partecipino o condividano le decisioni prese.

C’è qualcuno che prende una decisione e la impone senza verificarla con gli altri? Per esempio, decide di iniziare una discussione e inizia a parlare. Che effetto provoca sugli altri?
Il gruppo salta da un argomento ad un altro, chi fa questi salti? Che spiegazione dà a questo?
Chi sostiene le decisioni o i suggerimenti degli altri? Esiste tale supporto nei partecipanti che decidono il soggetto o l’attività del gruppo? Quando qualcuno prende "in pugno" la situazione, quali sono le reazioni degli altri?
Si nota una maggioranza che preme verso una decisione contro le obiezioni degli altri? Viene chiesta una votazione?
Esistono tentativi di far partecipare tutti i membri alla decisione? Quali sono le reazioni del gruppo?
C’è qualcuno che dà un contributo e che non riceve alcuna risposta e "naufraga"? Quali sono le reazioni del gruppo?


Funzioni operative
Queste funzioni illustrano i comportamenti concernenti il fare un lavoro o compiere un compito in gruppo.
Qualcuno chiede o dà suggerimenti sul miglior modo di procedere o trattare un problema?
Qualcuno tenta di coordinare o sintetizzare quello che sta accadendo?
C’è qualcuno che fornisce o chiede fatti, idee, opinioni, sentimenti, feed – backs o è in cerca di alternative?
Chi aiuta il gruppo a "centrarsi"? Chi previene il salto da un argomento all’altro o il partire per la tangente?


Funzioni di mantenimento
Queste funzioni sono importanti per il morale del gruppo. Esse mantengono armoniose le relazioni di lavoro tra i membri e creano nel gruppo un’atmosfera che mette in grado gli individui di contribuire attivamente. Favoriscono rapporti di lavoro di gruppo facili e regolari.
Chi aiuta gli altri nell’aprire una discussione di gruppo?
Chi interrompe gli altri o li esclude?
Come mettono insieme le idee gli altri? Ci sono degli individui preoccupati e distratti? Ci sono dei tentativi da parte di alcuni di aiutare gli altri a chiarirsi le idee?
Qual è la reazione alle idee? Come reagiscono i membri quando le loro idee non vengono accettate? Ci sono individui che tentano di sostenere gli altri quando vengono respinte le loro idee?


Atmosfera di gruppo
Qualcosa nel gruppo che lavora crea un’atmosfera che rivela un’impressione generale. Può essere utile esplorare l’atmosfera caratteristica di un gruppo trovando le parole che descrivono l’impressione generale.
Chi sembra preferire un’atmosfera amichevole? C’è qualche tentativo di eliminare i conflitti e le sensazioni sgradevoli?
Chi sembra preferire un’atmosfera di conflitto e di disagio? Ci sono individui che provocano o disturbano gli altri?
Il gruppo è coinvolto e interessato? C’è un’atmosfera di lavoro, di soddisfazione, di provocazione, liberatoria, ecc.?


Appartenenza
La cosa più importante per gli individui di un gruppo è il grado di accettazione e di appartenenza al gruppo stesso. Differenti esempi di interazioni possono svilupparsi in un gruppo i cui membri hanno diversi gradi e tipi di appartenenza.
Ci sono sottogruppi? A volte due o tre partecipanti possono andare d’accordo e aiutarsi l’un l’altro o opporsi e disapprovarsi?
C’è qualcuno che sembra "fuori"? C’è qualcuno che sembra "dentro"? Come sono trattati i "fuori"?
C’è qualcuno "dentro" e "fuori" dal gruppo? C’è qualcuno che fa su e giù con la sedia e si agita?


Sentimenti
Durante ogni discussione di gruppo le interazioni tra i membri generano sentimenti. Raramente si parla di tali sentimenti. Gli osservatori possono basarsi sul tono di voce, l’espressione, i gesti e ogni forma di atto non verbale.
Quale sentimento si osserva maggiormente negli individui del gruppo: rabbia, irritazione, frustrazione, calore, affetto, eccitazione, noia, difesa, competitività?
Si vede qualche tentativo da parte dei partecipanti di bloccare le sensazioni particolarmente negative? Come si manifesta? C’è qualcuno che fa ciò costantemente?


Norme
Regole e standard possono nascere in un gruppo che controlla il comportamento dei partecipanti. Le norme in genere esprimono il desiderio della maggioranza sui comportamenti che dovrebbero o meno verificarsi nel gruppo. Queste norme possono essere chiare a tutti, conosciute da pochi o operanti al di sotto del livello di conoscenza di ciascuno.

Alcune norme aiutano e altre ostacolano i progressi del gruppo.
Ci sono alcuni argomenti che sono evitati nel gruppo (sesso, religione, discutere dei sentimenti, discutere del "capo")? Chi sembra rinforzare tali divieti? Come fanno?
I partecipanti sono gentili ed educati tra loro? Sono espressi solo i sentimenti positivi? I membri si mettono subito d’accordo? Cosa succede quando sono in disaccordo?
Le norme sono attuate nel gruppo? Per esempio, "se io parlo, tu devi parlare", oppure, "se io dico i miei problemi, tu devi dire i tuoi". I partecipanti si sentono liberi di esternare i loro sentimenti? Le domande tendono a restringersi su argomenti intellettuali o fatti esterni al gruppo?

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NON avere paura di parlare in pubblico

La paura di parlare in pubblico è molto diffusa: tuttavia dobbiamo spesso affrontarla, soprattutto per motivi di lavoro. Per vincere questa particolare forma di angoscia, dobbiamo renderci conto che buona parte delle convinzioni sull'argomento è sbagliata. Scopriamo come ripensare in modo positivo a queste situazioni, smontando 6 tra le idee più diffuse tra chi soffre di questa paura.

1. Molto spesso ci convinciamo da soli che parlare in pubblico sia necessariamente fonte di stress: non è necessariamente vero. Tuttavia, se la nostra mente si fissa su questo aspetto, allora non faremo che ingigantire le difficoltà di affrontare una platea di ascoltatori. Ricordate che a molte persone piace potersi "esibire" di fronte ad un uditorio, così come molti possono trovare estremamente gratificante il contatto con il pubblico. Perché non possiamo apprezzare anche noi questi aspetti positivi?

2. La maggior parte di noi crede che per avere successo si debba necessariamente essere perfetti e brillanti: non è così. Anzi, molti grandi oratori hanno lasciato un segno proprio trasformando difetti e peculiarità in punti di forza. Errare è umano ed essere ipercritici non ci aiuterà a migliorarci, ma ci causerà solamente ulteriore ansia. Cerchiamo di creare una visione equilibrati dei nostri pregi, dei punti di forza e delle possibili aree di miglioramento. 3. Cerchiamo di essere realistici: non possiamo piacere a tutti. Non possiamo ragionevolmente pensare di non ricevere mai dei feedback negativi, quindi evitiamo di farci bloccare da questa paura. Chiediamoci piuttosto perché ci facciamo condizionare così pesantemente da quello che gli altri pensano di noi.

4. Tutti abbiamo paura di sbagliare o di ottenere pessimi risultati: tuttavia nella grande maggioranza dei casi le nostre previsioni catastrofiche non si avverano mai. Se proprio dovesse capitare qualche errore, sdrammatizziamo con disinvoltura e umorismo: in questo modo il nostro pubblico apprezzerà ancora di più il nostro carisma.

5. Il nostro pubblico non è un giudice severo quanto noi stessi. Molte minuzie passano assolutamente inosservate, siamo noi a essere ipercritici.

6. Evitiamo di prepararci troppo a lungo: dobbiamo avere più fiducia in noi stessi. E' giusto organizzare il discorso, provarlo a sufficienza: non c'è bisogno di essere maniacali. Anzi, un giusto pizzico di improvvisazione regalerà spontaneità e brio a quello che diciamo.

Fonte: http://www.iovalgo.com/paura-di-parlare-in-pubblico-le-idee-sbagliate-che-ci-spaventano%e2%80%8f-2403.html